Conclusione e ringraziamenti – Il sentiero dei Giusti di Ramchàl
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Conclusione
Abbiamo finito il nostro sentiero con l’aiuto di Dio. Ora mi volevo soffermare sulle parole che usa il Ramchàl per congedarsi dal lettore nella sua conclusione. Abbiamo visto che molte delle qualità morali analizzate sono inevitabilmente solo per una élite di persone e infatti l’autore ci tiene a precisare alla fine che “Ciascuno è quello che è e deve trovare il sentiero della pietà che meglio gli si addice. Anche chi per necessità sia occupato nei lavori più umili può diventare un vero Giusto esattamente come chi non smette mai di studiare”. Perché come è scritto nei Proverbi: “In tutto il tuo agire pensa a Dio e Dio farà dritti i tuoi sentieri[1]”.
E ancora, come è spiegato nel Tanya[2], chi è il vero chassìd? È colui che oggi non è uguale a ieri, che è in continuo miglioramento, perché viene apprezzato più lo sforzo che il punto di arrivo.
[1] Proverbi 3.6.
[2] Testo di mistica scritto nel da rabbì Shneòr Zàlman di lyàdi.
Ringraziamenti
Ringrazio prima di tutto Haqadòsh Barùkh Hu per avermi dato il merito, le capacità e il tempo per scrivere questo testo.
Ringrazio poi i miei maestri (quelli degli ultimi anni):
La rabbanìt Elishèva Sermoneta Genish per essermi stata sempre vicina in questo percorso;
La rabbanìt Perla Barki Shneider per la sua Avodàt Hamiddòt;
Michi Yosèfi e Edoardo Dàvid Galliani per avermi introdotto al pensiero di rabbì Nàchman;
Chàna Yardena per avermi fatto ritrovare il Tànya;
Rav Benedetto Carucci con il quale ho studiato il Mesìlàt Yeshàrim e con il quale abbiamo pensato alla stesura di questo libretto.
Ringrazio i miei alunni che mi hanno insegnato che significa fare teshuvà attraverso i loro percorsi di conversione.