Il passato: accenno
Nelle lingue europee, per esprimere il passato abbiamo una buona quantità di tempi da utilizzare a seconda delle situazioni, seguendo le regole della consecutio temporum.
Anche in ebraico moderno abbiamo il passato, ma è un solo tempo, con una varietà di traduzioni tipo: sono andata, andai, andavo. È dal contesto della frase che capiamo quale traduzione più appropriata sia da dare a un verbo coniugato in ebraico.
Esiste tuttavia un modo per esprimere una forma di imperfetto, chiamata פעולה הרגלית, ovvero Azione Abituale, come ad esempio: הייתי הולך – andavo, ero solito andare. Tale struttura è composta dal verbo essere al passato con il verbo al presente, ovvero il participio presente o attivo. Molti pensano che si tratti di un calco della struttura del past progressive inglese. Invece, come ci insegna l’Accademia della Lingua ( HaAkademia leLashon HaIvrit), è, questa, una struttura già esistente nella Torah e ripresa dall’ebraico rabbinico.
Diamo un esempio di come già in Deuteronomio 9:22 si trovi questa struttura:
“Così pure in Taverà ed in Massa ed in Kivròt-hattaavà provocavate a sdegno il Signore.”
Un altro esempio viene dato in Re 2 18:4:
“Perché fino a quel momento gli ebrei gli avevano arso profumi, chiamandolo Nehushtan”
Non approfondiamo ora il passato nell’ebraico biblico, che ha una logica articolata e completamente diversa da quello dell’ebraico moderno, ma ci limitiamo a dare delle informazioni di base sul passato che si usa nella lingua parlata oggi. La coniugazione è formata da suffissi uguali per tutti i verbi: ,ת,ת ,תי forma base del maschile singolare,ו תן תם נו ,ה. Come già detto, il passato è un unico tempo (a parte l’Azione Abituale) ed è molto semplice. Ogni binian ha la sua coniugazione con vocalizzazione specifica, ma una volta imparati i suffissi, il gioco è fatto!
Prof.ssa Luisa Basevi