Prefazione o istruzioni per l’uso

Cari ragazzi (e non solo!),

Ho scritto questo libro perché possa essere uno strumento di studio per capire come qualunque tipo di commento che apparentemente può sembrare solo un’aggiunta, magari un po’ fantasiosa, sia sempre legato a una difficoltà del testo. Rashì nel suo lavoro, cercando di spiegare il significato letterale della Torà, mette in risalto proprio questo.

Ho scelto alcune interpretazioni del libro di Bereshìt riportando prima di tutto il verso in questione e il dibbur hamatchil, ossia le parole che in particolare Rashì andrà ad analizzare. Ho sottolineato poi, per ogni brano, qual è la domanda che si pone il maestro, da quale o quali parole che gli sembrano superflue o contraddittorie parte la domanda, e, a volte, quando specificato, ho riportato anche le fonti (gli altri commenti a lui precedenti) che utilizza per rispondere. Tutta questa metodologia perché è così importante?

Perché quando si studia Torà, bisogna far parlare il testo, non trarre semplicemente conclusioni personali, ma citare le fonti e i versi in questione.

È un metodo importante che ci insegna a problematizzare la Torà, a notare quali sono le altre espressioni poco chiare che necessitano di una spiegazione, a porci delle domande e a cercare le risposte all’interno del testo stesso.

Quando studio insieme ai miei alunni, capita spesso che i ragazzi si facciano le stesse domande che si è fatto Rashì e che riescano anche a dare le stesse risposte. Spero che questo libro possa essere di stimolo per approfondire lo studio, per ampliare la nostra capacità di porci domande e di dare risposte con l’umiltà di rimanere sempre legati al testo; che possa essere di stimolo per arrivare a uno studio lishmà, fine a sé stesso.

morà Micol Nahon

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