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Parashàt Emor

Ogni giovedì Zeraim propone un pensiero sulla parashà della settimana a cura del direttore dell’Area Cultura e Formazione rav Roberto Della Rocca. Troverete qui anche il testo della parashà (il brano della Torà che si legge ogni sabato), insieme a interessanti materiali di approfondimento.

In questa pagina troverai anche la rubrica a cura di Micol Nahon “Horìm Uvanìm”, “Genitori e figli”, dedicato proprio allo studio di genitori e figli sullo stesso brano: un video da ascoltare e un racconto da leggere arricchito di midrashìm, seguìto da alcune domande per discutere e riflettere insieme.

La pagina ospita anche due rubriche kids e alcune pagine scelte da “La mia Torah”, le parashòt spiegate ai ragazzi, a cura di Anna Coen e Mirna Dell’Ariccia.

Shabbat Emor

“Avrete una sola legge, così per il forestiero/proselita, così per i nativi del popolo di Israele” (Lv 24,22).

Di fronte a questo versetto della Torà, con cui si conclude la parashà di Emor, sembra di leggere la scritta che sovrasta in tutte le aule dei tribunali, “la legge è uguale per tutti”.

Nella declinazione rabbinica di questo versetto, tuttavia, si tende a mettere in evidenza come, in certe situazioni, tra l’indigeno e il forestiero/proselita la differenza comunque c’è. Pertanto accanto a criteri di giustizia in cui ci si riferisce a una dimensione orizzontale tra pari vi deve essere anche una dimensione in profondità tra non pari. Di fatto per quelle categorie sfavorite come il povero, la vedova, l’orfano, il levita, il forestiero, il proselita è riconosciuto un di più di diritto. Come se a condizioni uguali diritti uguali, a condizioni diverse diritti ineguali. La Torà ha già riconosciuto di fatto, attraverso la forza giuridica della debolezza, il passaggio dallo stato di diritto allo stato sociale.

Rav Dott. Roberto Della Rocca