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Parashàt Vayqrà

Ogni giovedì Zeraim propone un pensiero sulla parashà della settimana a cura del direttore dell’Area Cultura e Formazione rav Roberto Della Rocca. Troverete qui anche il testo della parashà (il brano della Torà che si legge ogni sabato), insieme a interessanti materiali di approfondimento.

In questa pagina troverai anche la rubrica a cura di Micol Nahon “Horìm Uvanìm”, “Genitori e figli”, dedicato proprio allo studio di genitori e figli sullo stesso brano: un video da ascoltare e un racconto da leggere arricchito di midrashìm, seguìto da alcune domande per discutere e riflettere insieme.

La pagina ospita anche due rubriche kids e alcune pagine scelte da “La mia Torah”, le parashòt spiegate ai ragazzi, a cura di Anna Coen e Mirna Dell’Ariccia.

Shabbat Vayqrà

L’inizio del libro di Vayqrà (Levitico) viene a insegnarci come ogni comunicazione dovrebbe essere preceduta da una “chiamata”. “L’Eterno chiamò Moshè e gli parlò…”. Questo non solo per evitare che la comunicazione diventi un messaggio generico e indifferenziato ma, anche e soprattutto, perché la persona chiamata possa sentirsi destinataria di un’attenzione particolare. In una società mediatica e globalizzata ognuno ha l’impressione, per non dire l’illusione, di essere contemporaneamente in rapporto con l’umanità tutta intera. Ma il “tutti in relazione con tutti” significa spesso “anonimato”, essere soli e persi. Ancora oggi, resta più gratificante ricevere una chiamata piuttosto che un messaggio telematico, spesso impersonale e predefinito. Da sempre, gli ebrei necessitano di leader che chiamano e non che si fanno chiamare. Alla ricerca di una società più intima che consenta ai suoi membri di conoscersi gli uni con gli altri e che apporti alle persone la coscienza di una vita comunitaria qualificata e stimolante senza schermi e senza restare schiacciati dai rispettivi ruoli.

Rav Dott. Roberto Della Rocca