Videoconversazioni su “L’ebreo inventato” – La demonizzazione di Israele al posto del giudizio politico
La critica verso le scelte politiche israeliane è legittima, come lo è quella rivolta ai governi di qualunque altro Stato sovrano. Il ricorso ad analogie con pratiche che nulla hanno a che vedere con le azioni di Israele, assume invece il carattere di un’ostilità preconcetta e pregiudiziosa, tesa a delegittimare lo stesso diritto di esistere di tale paese.
Di questo tipo è, ad esempio, l’equiparazione degli israeliani ai nazisti, sempre accompagnata dal rifiuto di principio del sionismo, indicato come forma di razzismo dai tratti suprematisti, volto a prevaricare e a distruggere cose e persone. Nazismo e sionismo sarebbero pertanto le due facce di una medesima medaglia. Se, dunque, il nazismo è da respingere sempre e comunque – così prosegue il «sillogismo» del pregiudizio –, allora lo devono essere anche Israele e il suo popolo. Con ciò si nega, non solo agli israeliani, ma agli ebrei nel loro insieme, la legittimità di definirsi come popolo.
Parallelamente, la difficile soluzione di un conflitto di lungo periodo tra israeliani e palestinesi viene affrontato attribuendo a una parte tutti i torti e all’altra tutte le ragioni. Si ignora volutamente che i cittadini non ebrei di Israele godono dei diritti civili, politici e sociali di tutti gli altri cittadini. Si prefigura la fine di Israele come l’esito migliore per una convivenza potenziale tra due popoli che risiedono su una stessa terra.
Claudio Vercelli è storico contemporaneista, docente a contratto dell’Università cattolica di Milano, ricercatore presso il Centro studi Piero Gobetti e l’Istituto di studi storici Salvemini di Torino.