“L’umiltà” – Il sentiero dei Giusti di Ramchàl
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“L’umiltà” – Il sentiero dei Giusti di Ramchàl

“L’umiltà” – Il sentiero dei Giusti di Ramchàl

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L’umiltà

“La bontà conduce all’umiltà”.

L’umile è chi non dà importanza a se stesso, non si considera degno di elogi e onori perché sa che non esiste uomo che non pecchi.

Spesso ci vantiamo della nostra intelligenza che è qualcosa che ci contraddistingue come uomini, come abbiamo già spiegato. Ma anche di questa qualità non c’è motivo di insuperbirsi perché è comunque un dono del Signore e non c’è persona che non debba imparare dagli altri e confrontarsi con essi. È bene invece riconoscere questa dote e metterla al servizio degli altri. “Come un mendicante che riceve un dono generoso, non può non esserne intimidito. E più è generoso il dono, più proverà vergogna”.

È scritto nelle Massime dei Padri: “Se hai studiato molto la Torà non fartene un vanto perché è per questo che sei stato creato[1]”. Semplicemente ognuno ha il suo compito, deve credere dunque in se stesso, deve avere la sua importanza, ma senza inorgoglirsi.

L’umile cammina, parla e si comporta con estrema modestia, sopporta le offese, detesta il potere, fugge gli onori, rispetta e onora ogni uomo. Non prova invidia, è molto piacevole stare con lui, non si arrabbia e non fa polemiche, si muove con calma e tranquillità.

Quali sono i mezzi per diventare umili? A tale virtù si può arrivare in due modi: attraverso l’abitudine e attraverso la riflessione perché la natura umana è portata a inorgoglirsi e a primeggiare, per questo è necessario sradicare tale tendenza alla radice.

Dunque non ci si dovrà mettere in mostra, si vestiranno abiti modesti, si parlerà con pacatezza considerando ogni persona migliore di noi e si ragionerà sulla debolezza umana e sulle sue illusioni, sul fatto che dopo la morte non potremo portare niente con noi.

[1] Avòt 2.9.

Di Micol Nahon Moscati

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